"Profezia delle Eumenidi" tratto da "Pilade" di Pier Paolo Pasolini
Nei giorni della quarantena, questa è la nostra ricerca. Il tentativo di vedere cosa c'è oltre il muro della retorica, dell'opinione, danzando a cavallo della poesia che il Poeta ha scritto eterna, di quella voce che suona sempre nuova, sempre attuale e attuale mai. La stanzetta nella casa di papàemamma si è fatta scena, cesta dei balocchi ancora. Un tavolo, una tela che doveva servire per un quadro e invece, la luce di una torcia e, ahinoi, la videocamera di un telefono. Quel tanto che avevamo col poco che c'era. Fondi neri coi cappotti, luci poggiate a scrivanie, sedie, grucce, maschere di cartone. Forse si realizza così, per noi, il sogno di quel Teatro che somiglia un po' allo Stregatto di Carroll, come immaginavamo che fosse, da bambino e bambina, oltre le luci della ribalta, dietro le quinte, impolverato e magico, arrangiato e magnifico come i sogni che la coscienza crea raccattando i pezzi dal giorno. Oggi si fa la profezia delle Eumenidi, favoleggiante e tremenda, un gioco che, forse, diverte appena la Natura sorniona, giocherellona e liquida. Crediamo che la poesia, o della poesia l'anelito almeno, sia l'unico gesto possibile di fronte al maestoso divenire degli eventi che, senza giudizio divino, semplicemente, accadono. Lo scrive anche un altro poeta, quello di Recanati, anche lui con le parole eterne e dà voce alla Natura: "Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l'intenzione a tutt'altro che alla felicità degli uomini o all'infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n'avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei." (Dialogo di un islandese con la Natura, G. Leopardi) Così, dunque, non rispondiamo ma diveniamo, come conviene, insieme alla corrente, sul fluire della vita, cercando l'altezza affondati per terra. Progettazione scenografia e figure a cura di Federica Gurrieri e Federico Mosca Regia, interpretazione, realizzazione figure, danza delle ombre, a cura di Federica Gurrieri Aiuto-regia, montaggio audio-video, realizzazione scenografia, a cura di Federico Mosca
Nei giorni della quarantena, questa è la nostra ricerca. Il tentativo di vedere cosa c'è oltre il muro della retorica, dell'opinione, danzando a cavallo della poesia che il Poeta ha scritto eterna, di quella voce che suona sempre nuova, sempre attuale e attuale mai. La stanzetta nella casa di papàemamma si è fatta scena, cesta dei balocchi ancora. Un tavolo, una tela che doveva servire per un quadro e invece, la luce di una torcia e, ahinoi, la videocamera di un telefono. Quel tanto che avevamo col poco che c'era. Fondi neri coi cappotti, luci poggiate a scrivanie, sedie, grucce, maschere di cartone. Forse si realizza così, per noi, il sogno di quel Teatro che somiglia un po' allo Stregatto di Carroll, come immaginavamo che fosse, da bambino e bambina, oltre le luci della ribalta, dietro le quinte, impolverato e magico, arrangiato e magnifico come i sogni che la coscienza crea raccattando i pezzi dal giorno. Oggi si fa la profezia delle Eumenidi, favoleggiante e tremenda, un gioco che, forse, diverte appena la Natura sorniona, giocherellona e liquida. Crediamo che la poesia, o della poesia l'anelito almeno, sia l'unico gesto possibile di fronte al maestoso divenire degli eventi che, senza giudizio divino, semplicemente, accadono. Lo scrive anche un altro poeta, quello di Recanati, anche lui con le parole eterne e dà voce alla Natura: "Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l'intenzione a tutt'altro che alla felicità degli uomini o all'infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n'avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei." (Dialogo di un islandese con la Natura, G. Leopardi) Così, dunque, non rispondiamo ma diveniamo, come conviene, insieme alla corrente, sul fluire della vita, cercando l'altezza affondati per terra. Progettazione scenografia e figure a cura di Federica Gurrieri e Federico Mosca Regia, interpretazione, realizzazione figure, danza delle ombre, a cura di Federica Gurrieri Aiuto-regia, montaggio audio-video, realizzazione scenografia, a cura di Federico Mosca